Oltre la morte

(a Giovanni Paolo II)

T’ascoltai, quel mattino: affaticato
era il tuo volto, flebile la voce,
la mano tremolante, nell’atroce
morbo che ormai t’aveva consumato.

Ma pur nel tuo così sofferto stato,
col male già vicino alla sua foce,
serafico reggevi la tua croce:
nell’ansimare d’uno spento fiato.

Cessò il tuo giorno, ma brillò il sereno,
e una gran pace respirò in quell’ora,
che rise, iridescente arcobaleno

con le sue brezze di rosata aurora:
era il soffiar del vento sul vangelo,
che, oltre la morte, si sfogliava al cielo.