TRA L’ALI DI UN SONETTO – Roberto Mestrone

img-3Roberto Mestrone

Menna Editore, Avellino, 2010
Considerazioni ed emozioni, di Ines Scarparolo.

Da sempre la lettura della poesia classica, scritta seguendo un Metro ben definito che permea il verso di musicalità e armonia, mi affascina. Tra i Poeti contemporanei sono pochi ormai i cultori di tale poesia e, tra questi, ho notato talvolta lievi forzature, rime o assonanze troppo scontate che tolgono, a mio parere, lirismo ai versi. Ecco perché, da subito, sono rimasta piacevolmente colpita dalla raccolta Tra l’ali di un sonetto del Poeta Roberto Mestrone; l’autore infatti riesce a donarci, trasposta sapientemente in metrica, una poesia nettamente moderna, suscitando nel lettore sensazioni ed emozioni che l’uomo d’oggi solitamente vive.

Questo volume, sulla cui copertina vola, tra giochi di nubi nel cielo azzurro, un leggiadro gabbiano, è stato pubblicato a cura della Casa Editrice Menna di Avellino nella primavera del 2010, con prefazione di Giovanni Di Girolamo; viene dedicato dal Poeta alla moglie e ai due figli e si presenta con veste tipografica accurata e con garbo nella scelta delle immagini che accompagnano elegantemente alcune poesie: sono riproduzioni fotografiche piuttosto originali di Maria Rosalba Navalesi, una suggestiva foto d’epoca di Rodolfo Valentino e alcuni delicatissimi disegni a china-acquerello di Vittoria Peracchiotti; il volume accoglie anche una splendida opera in tecnica mista su tela di Pasquale Rapicano (“Clochard”) e, dono prezioso per me, accanto al Sonetto Classico “Preghiera” che il Poeta dedica ad un bambino autistico e alla sua mamma, vi è la riproduzione di una mia “Madonnina con Bimbo”, disegno realizzato a china ed acquerello.

La raccolta, che comprende più di quaranta poesie, viene suddivisa in quattro parti delle quali la prima, la più corposa, è dedicata ai Sonetti classici; la seconda ai Rondò; la terza alle poesie Anacreontiche (o Canzonette) e l’ultima, Altri versi, alle poesie che il Poeta considera libere da schemi ma che si presentano come poesie legate egualmente, nella struttura, alla metrica classica. Su ciascuna di esse si potrebbe porre l’accento, poiché in ciascuna Mestrone riesce a far vibrare sensazioni particolarmente intense, che parlano al cuore: vi si cantano la bellezza, l’amore, il sogno, i sentimenti più veri…Voglio però soffermarmi su alcune che hanno avuto immediato eco nel mio animo, forse per esperienze simili vissute, certo per il carisma e l’empatia che ha saputo destare il Poeta. Il sonetto classico “Il mendicante cieco”, a pag. 19, affiancato dalla splendida opera di Rapicano “Clochard”, mi ha fatto riflettere ancora una volta sulla triste realtà dei mendicanti e dei barboni delle nostre città, alcuni dei quali si addormentano sulla loro panchina, abbandonati dai civili benpensanti, senza più risvegliarsi… Muoiono per le intemperie, la fame, l’indifferenza. È anche, purtroppo, la sorte di questo “mendicante cieco”, cui il poeta dedica alcuni versi struggenti: “Dal cielo privo d’alba e senza vento | son scesi bianchi fiocchi stamattina, | e al vecchio accovacciato sul cemento | nel cuore cessa il battito, in sordina. || Il cane accanto al misero è un lamento…”. Grazie, caro Roberto, per questo tuo essere, anche poeticamente, tra gli altri; grazie per il tuo ridestare in noi la riflessione, pur con versi magnificamente scritti. Tra i rondò, ho trovato semplicemente magnifica la poesia “Come cade l’onda…”, a pag. 41. I versi sono perfettamente resi nella metrica, piuttosto ardua perché di recentissima sperimentazione, e le immagini con le quali il poeta evoca la struggente malinconia di un addio son dolcissime, suadenti:

“… Scende la sera, limpida e serena; | la luna tinge i pampini d’argento…” e ancora: “Come le foglie secche giù dal ramo, | scendon dal cuore torbidi i pensieri…”. Eppure per il Poeta: “L’angoscia tiene i sogni prigionieri, | ma la speranza dolce è sempre accesa…”, e conclude con una strofa che pare ridare luce e intensità a un amore che ancora vive: “Dal finestrino, con la mano tesa, | scioglievi al sole la tua chioma bionda, | e con un gesto trepido d’intesa | fendevi l’aria, come cade l’onda…”.

Forse è perché l’amore è per me l’emozione più bella, quella che dà alla vita il significato più vero, che concludo con una poesia di Roberto preziosamente colma di questo sentimento: “Sospirare insieme”, a pag. 61. La mia lettura è divenuta presto incantamento nel cogliere la tenerezza stupenda di questi versi. Con queste strofe, a versi settenari, il Poeta certo riesce a ridestare nel lettore le emozioni profonde, pervase di dolcezza, dell’amore condiviso: “Ora dolci pensieri | cavalcano un incanto: | in me sei nata ieri | e già ti sogno accanto || che abbracci con passione | il corpo mio che freme | cogliendo l’emozione | di sospirare insieme”.

Tra l’ali di un sonetto non è solo un libro di poesie, io lo considero un viaggio incantato tra le emozioni più pure che scaldano (o, talvolta, velano con l’umana tristezza) il cuore dell’uomo, deliziandolo altresì con la purezza e la musicalità della più alta poesia.