Sandon Lucio – Portici (NA)

LucioPRESENTAZIONE

Nato a Padova e trasferito a Napoli da ragazzo, Lucio Sandon lavora come veterinario. Ha pubblicato tre romanzi: Il Trentottesimo Elefante, La Macchina Anatomica, e Cuore di Ragno, due raccolte di racconti con protagonisti cani e gatti: Animal Garden e Vesuvio Felix, e una raccolta di racconti comici: Il Libro del Bestiario veterinario.

La Macchina Anatomica – Graus editore, è risultato nel 2018 vincitore del premio letterario Talenti Vesuviani, e si è classificato al secondo posto del concorso letterario Albero Andronico, al terzo posto del premio letterario Montefiore di Cattolica, ed è stato selezionato tra i finalisti del premio Zeno di Salerno.

Cuore di Ragno – Graus editore, è già stato premiato nel 2019 come vincitore sia del premio letterario Città di Grosseto “Amori sui generis” come inedito, che dei premi letterari Velletri Libris e Talenti Vesuviani, come opera edita.

Lucio Sandon collabora con il giornale online Lo SpeakersCorner, dove pubblica settimanalmente il racconto della domenica. Due di essi sono stati premiati: segnalazione di merito al Premio Iplac – Voci di Roma, e Premio Letterario Letizia Isaia, primo premio narrativa.

https://www.lospeakerscorner.eu/lo-scrittore-lucio-sandon-e-i-suoi-racconti/

Dipinge, scrive racconti e produce un ottimo Lachrima Cristi e Olio d’oliva 

Sinossi Cuore di Ragno

Angelo si sveglia la mattina del 5 marzo del 1861 con un piano ben preciso: deve uccidere l’uomo che mesi prima ha violentato sua madre e poi l’ha brutalmente assassinata. Angelo è un ragazzo un po’ ribelle, con poca voglia di studiare e in vena di fare continuamente scherzi anche un po’ crudeli, specialmente ai danni due zie che lo accudiscono. Angelo ha tredici anni, e vive nella torre che sovrasta la baia di Ieranto, di fronte a Capri. Un luogo stupendo, dove suo nonno Angelo si è ritirato a vivere dopo la morte del figlio maggiore, chiudendo per sempre il suo palazzo nel centro di Napoli, per protesta contro il re che non aveva concesso la grazia al proprio figlio. La vita, in quel borgo incantato si è sempre svolta tranquilla, finché Ciccio il craparo, il padre di Gennarino (il migliore amico di Angelo), non ha assassinato la bellissima Sofia, la madre di Angelo, e le ha strappato dal petto il suo strano  monile di ossidiana.

A Palermo, alcuni militari inglesi arruolati nella spedizione dei mille, si recano presso la banca centrale dello stato delle due Sicilie, e consegnando ai dirigenti una ricevuta firmata da Garibaldi in persona, prelevano dal caveau dell’istituto tutto l’oro dello stato borbonico, e lo caricano sul vapore Ercole in partenza per Genova. 

Nel momento stesso in cui Angelo uccide con un colpo di fucile l’assassino di sua madre e si riprende il monile, il vapore Ercole esplode nel mare tra Capri e Ieranto: gli inglesi avevano scaricato l’oro in un gozzo che li aspettava, e avevano dato fuoco alla miccia della dinamite caricata nella stiva della nave, che affonda con tutto il suo carico umano. Il commando inglese approda a Ieranto, uccide i pochi abitanti del borgo per eliminare i testimoni, e rapisce il nonno per usarlo come guida. Devono raggiungere Teano, dove li aspettano i commilitoni, per trasferire l’oro in Inghilterra. 

La madre di Angelo gli appare in visione mentre lui è svenuto, e gli rivela di essere lei stessa discendente di Annibale, il condottiero punico, e che suo nonno custodisce un pugnale appartenuto al generale cartaginese. L’antica arma ha delle particolari proprietà, così come lo strano monile appena recuperato dal ragazzo. Angelo e Gennarino salvano la giovane Marianna, coetanea e figlia di una vicina che si è salvata dalla strage nascondendosi in un pozzo, poi tutti e tre insieme si mettono alla rincorsa degli inglesi, con lo scopo di raggiungerli e cercare di liberare il nonno di Angelo. I tre giungono alla casa del capitano Carmine dell’Aquila, lo zio di Angelo, diseredato da suo padre. L’ex militare però, dopo aver ascoltato la loro storia, li tradisce e chiama la polizia. I ragazzi fuggono con l’aiuto di Picchipò, il fedele maggiordomo del palazzo napoletano di nonno Angelo, e ora maggiordomo di zio Carmine. Con loro portano Uruk, il grosso mastino di casa, animale dall’aspetto terribile ma per nulla feroce. Tutti insieme sfuggono ai sicari mandati dallo zio, il quale vuole appropriarsi di tutta l’eredità della famiglia dell’Aquila, che ora sarebbe di competenza del giovane Angelo, e possibilmente anche dell’oro rubato alla banca. Giunti a Napoli, i tre si uniscono a una banda di briganti che accettano di aiutarli, ma anche qui vengono raggiunti da zio Carmine al comando di un reparto di bersaglieri. Dopo altre peripezie e l’innamoramento tra Angelo e Marianna, il gruppo senza Gennarino ucciso dai bersaglieri, giunge sul punto di incontro tra i garibaldini inglesi e i loro compatrioti, ma l’appuntamento viene vanificato dai carabinieri, che li attendevano al varco. Gli inglesi vengono fucilati e l’oro recuperato. Nonno Angelo, viste le sue condizioni precarie era stato abbandonato a Napoli, così Angelo e i suoi amici devono tentare di precedere zio Carmine, il quale potrebbe avere l’intenzione di uccidere suo padre, che odia da anni. 

Il racconto è fatto in prima persona da Angelo in modo autoironico, e descrive lo stupore del ragazzo per il cambiamento dei suoi sentimenti verso Marianna, che vede come una coetanea antipatica e dispettosa, per passare con molta difficoltà in affetto e ammirazione, e poi in amore. Sarà proprio Marianna a salvare Angelo dalla morte.

PUBBLICAZIONI

Animal garden, La Caravella editrice, 2013

Vesuvio felix, Kairos editore, 2014

Il trentottesimo elefante, Edizioni Creativa, 2015

WEB

Luciosandon.it

Intervista a Lucio Sandon: Una vita con i nostri amici a quattro zampe

Portici, video della presentazione del libro Vesuvio felix.