Aush e giaurrina

In memoria del Maggiore Giuseppe La Rosa

Aride strade, sconfinate, desertiche distese, l’orizzonte
a morir inghiottito da infuocate cime Asiatiche.
Neppure un’onda a schiumar sulla riva, niente azzurro mare.
Impolverati e neri Burqa, imprigionano anime vaganti.
Libertà, brandelli di mondo rubati tra fessure di stoffa sul viso.
Occhi smarriti, sorrisi strozzati, incolpevoli bimbi
s’addormentano soverchiati da un manto di stelle.
Speranza nei sogni di nessuna esplosione,
a vegliar sugli stessi, mimetiche e piume e mitra e stivali.
Albe e tramonti in un’alternanza di ingiustificate violenze,
a scovar nascondigli di dittature armate e sangue gratuito.
Pesante Lince su e giù ogni giorno, impronte di Pace
restano impresse nella polvere che, sollevandosi
anticipa l’arrivo di un convoglio.
Anche oggi l’inferno è domato. Sorridono i bimbi,
agitano le manine, con indice e medio rivolti al cielo,
in segno di vittoria. Aush e bollente chai sabz.
Farah.
Al tramonto ritorno alla base.
L’immagine di San Sebastiano, dal dipinto de il Sodoma,
cattura lo sguardo, frecce e Palma del martirio.
Il segno della Croce, riporre gli stivali accanto alla branda.
Vaira di Gallo d’India. Rimuovere accuratamente
dalle corvine piume, putrida polvere al sapore di morte.
Restituirle alla vita, luccicanti come stelle,
ancora sogni dei bambini afghani. Così ogni sera.
Filo di nailon, ancorato un Pupo al soffitto.
Vino alle mandorle, la giaurrina di zucchero e miele,
i battiti del cuore frantumano distanze, mamma Concetta.
Rinfrescar memoria, quand’ella per mano al suo bimbo,
affrontava le onde alte di un mare cristallino.
Barcellona Pozzo di Gotto
Notte mai più come tante. Il nemico è in agguato, strisciante.
Di quei sogni, nessuno mai seppe. A morir ora tocca a Giuseppe.
Alba assassina, otto Giugno duemilatredici, “bummm”
Con il corpo a coprire i compagni, scudo all’altrui vita.
Tutt’intorno assordante silenzio, fumo nero aspirato dal cielo,
oscurato il sole. Nella polvere non c’è peggior cosa,
spento il cuor del Maggiore La Rosa.
Farah.
Abbracciato nel tuo Tricolore, mestamente è l’Italia che muore.
Beata Vergine Maria del Cammino tristemente chinata,
a raccoglierne i resti e le piume, a riporli nell’azzurro mantello.
Vaira di piume dai mille colori, il soldato non può restar fuori.
«Signore, ho fatto solamente il mio dovere»
«Di più nobile figlio, carissimo bersagliere»
Accomodarsi su una nuvola, tutt’intorno profumo di arance ed Angeli.
«Il nostro sacrificio, eroe senza confini, per niente è stato invano,
guarda come sorride ogni bambino afghano».
Paradiso.