Annalisa Perrella recensisce “A casa io e te” di Alfredo Carosella

“Certe volte, la mano che ci fa deviare può avere la delicatezza di una carezza ed è tutto meno scontato”. Mario Russo aveva solo dieci anni quando il 23 novembre del 1980 il terremoto gli ha devastato la casa dove viveva con la mamma casalinga e il padre operaio. Adesso, davanti alla finestra del suo piccolo alloggio popolare nella periferia est di Napoli, dove vive con il figlio Giovanni affetto da sindrome dello spettro autistico, ripensa a tutte le volte che la vita lo ha portato a cambiare direzione ma riportandolo sempre a “casa”. Un libro dalla scrittura fluida e incalzante che tratta diverse tematiche sociali e si intreccia con un passato fatto di silenzi, parole non dette e addii mancati . A primo impatto forse mi è mancata una conclusione ma poi ripensandoci “la casa” è l’ epilogo del protagonista, Mario rinuncia a fare luce sul suo passato per guardare al futuro insieme a suo figlio. E come dice Giovanni “ora andiamo a casa io e te”. Consigliato. (Annalisa Perrella)Screenshot_20240413_104831_Instagram