LA PASSEGGIATA POETICA – ARTICOLO DI LILIANA MANETTI

 

 

 

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Nei giorni scorsi, si è svolto, presso la suggestiva location di Campo Boario in Roma, un particolare evento poetico dal titolo ‘La passeggiata’,nell’ambito dalla rassegna del circolo Iplac curata dal noto poeta e scrittore romano, Francesco Paolo Tanzj. Per l’occasione, sono intervenuti:Maria Rizzi, presidentessa Iplac, che ha esordito all’inizio dell’evento impersonificando proprio la poesia, protagonista assoluta della serata, mentre i versi e le voci sono statu lasciati alla maestria diFrancesco Paolo Tanzj, Franco Campegiani, Massimo Chiacchiararelli, Rodolfo Coccia, Loredana D’Alfonso, Federica Sciandivasci.Nomi importanti, per una serata del tutto fuori dall’ordinario. Durante l’incontro, si sono intervallate le declamazioni dei versi, esibiti in modo teatrale dai protagonisti, con dei momenti musicali. Al termine, è stata offerta una ‘apericena’ curata da Flambert. Sfumature, emozioni e sapori del tutto particolari, per ricordare ai presenti un messaggio fondamentale: la poesia, come ogni nostra emozione interiore, ci arricchisce e ci ‘salva’ dal materialismo e dall’alienazione di giorni sempre uguali, elevandoci a una dimensione superiore, che corrisponde a un ‘risorgere’ dalla monotonia di un presente in bianco e nero. I colori, a volte a tinte accese, come nei versi dedicati all’amore, a volte più tenui e pastello, per evocare la leggerezza dell’esistenza, sono stati proposti ‘serpeggiando’ tra il pubblico: i protagonisti, infatti, camminavano letteralmente in platea lanciando fiori, barchette e aerei di carta. Uno scenario davvero suggestivo, che ha richiamato la teatralità di un vero e proprio spettacolo. Francesco Paolo Tanzj,nell’organizzare l’evento, ha voluto proporre come tema principale la poesia in quanto arte terapeutica,come salvataggio dell’esistenza perché interiorizzazione salvifica, incontro con ‘l’Altro’, veicolo comunicativo speciale. Al termine della serata, abbiamo voluto incontrare i protagonisti per porre loro la seguente domanda: la poesia è veramente la nostra àncora di salvataggio tra le tempeste delle nostre difficoltà quotidiane, della depressione e del nostro ‘male di vivere’? Ecco, qui di seguito, le loro risposte.

 

Francesco Paolo Tanzj: “Certamente, la poesia ha a che fare con il mare, le zattere e le ‘barchette’, cioè con tutto ciò che ci porta ‘fuori’, che ci dà la possibilità di ‘andare fuori’. Fuori non soltanto da noi stessi, dai nostri problemi o dai nostri drammi interiori, ma fuori in senso pieno. Perché è fuori che noi comunichiamo. Perché la poesia è un incontro tra le anime e tra le persone. E’ questo che deve fare la poesia: farci uscire fuori dai ragionamenti troppo scontati ai quali siamo abituati. Questa è la forza della poesia. Quindi, queste nostre ‘passeggiate poetiche’, come quella di questa sera, sono delle serate all’insegna della bellezza, un fermare l’attimo per scambiare tra noi pensieri ed emozioni. E’ questo il ‘bello’: passeggiare, scambiare, sentire, dire, ascoltare”.

 

Rodolfo Coccia: “Io penso, più semplicemente, di fare poesia non solo nei miei versi scritti, ma anche come fotografo, quando dipingo, o quando scrivo gli articoli di giornale. In fondo, c’è sempre la poesia. E’ una cosa naturale, quella che esprimo: una poesia istintuale e spontanea”.

 

Franco Campegiani: “A mio parere, quella di questa sera è stata una serata varia e bellissima, perché ci sono state molte espressioni poetiche differenti. La poesia è ancora in grado di salvare il mondo? Beh, io devo dire che dipende da ciò che intendiamo per poesia: se per poesia intendiamo solo la capacità o la possibilità di scrivere dei versi, allora non ci siamo, perché la poesia è il cuore non il poeta, intendendo per ‘cuore’ l’essenza dell’uomo, non in quanto battiti cardiaci. E, ovviamente, se parliamo dell’essenza dell’uomo, parliamo della capacità dell’uomo di rinascere, di risorgere come la fenice”.

 

Massimo Chiacchiararelli: “Io credo che la poesia sia nata con l’universo, perché il mondo stesso è poesia. Noi la viviamo tutti i giorni, ma sono pochi quelli che la vivono intensamente. La maggior parte delle persone non se ne rende conto. E quando se ne rende conto, è già troppo tardi. Dobbiamo guardare il mondo con la poesia che è intorno a noi: qualsiasi cosa è poesia e ci dà gioia. Purtroppo, spesso siamo presi dai problemi materiali e non ci accorgiamo di lei. La poesia bisognerebbe portarla nelle scuole. Nei nostri licei si fa poca poesia e in malo modo. Invece, se essa venisse valorizzata, o proposta in modo divertente, coinvolgendo i ragazzi, essi crescerebbero meglio: perché la poesia dona amore e sensibilità”.

 

Loredana D’Alfonso: “La poesia, secondo me, è ‘catartica’: una liberazione. Io sono, a dire il vero, una ‘prosatrice’, ma debbo ammettere che la poesia è l’unico mezzo espressivo che non ha bisogno di tecnica, soprattutto quando il verso è libero, spontaneo, Chiaramente, ci sono tanti modi di ‘poetare’. Tuttavia, la poesia è l’unico mezzo espressivo che consiste nello sgorgare sangue, sgorgare lacrime, per poter veramente sublimare anche i momenti difficili”.

 

Federica Sciandivasci: “Rispondo con le parole di una mia poesia: ‘Siamo eroi delle ombre… Evanescenti passioni… Romanzi immaginari… Miracoli.. Ologrammi e sfumature pastello del mai compiuto bisogno di esistere…’. Penso sia questo il sunto di noi che scriviamo. Io non mi ritengo una poetessa: scrivo e provo a scrivere poesie, non scrivo in rima, ho un verso libero. Come già detto da Franco Campegiani e Massimo Chiacchiararelli in altre sedi, la mia è una poesia ‘istintuale’, catartica, in quanto terapeutica e purificatrice. La poesia scava dentro te stesso, ti aiuta a conoscere meglio te stesso, ad apprezzare meglio gli altri e il mondo che ti circonda. Ti permette di trovare la bellezza anche nei versi che esprimono dolore e sofferenza. La poesia ha una funzione catartica, trasformando il dolore nella bellezza. Ecco perché non si può dare una definizione della poesia o del poeta: possiamo solo limitarci a celebrare la bellezza della poesia e dell’amore. L’amore, infatti, può tutto: può trasformare il mondo, il cuore e l’animo umano. Io cerco di celebrare questo, nei miei versi, come meglio posso. Il mio ultimo lavoro, ‘Cromosofia dell’anima’, che ha ottenuto numerosi riconoscimenti – tra cui il ‘Premio Alda Merini’ – è diviso in quattro parti, che simboleggiano gli elementi. Tra questi, il fuoco simboleggia proprio la passione, che brucia per trasformarsi in qualcosa di bello e superiore”.