Thais – Lara Swan

ThaisLara Swan

Florence Art Edizioni 2015
Romanzo, prefazione di Giovanni Michele Zangoli.

La vita è un’onda che prende e che dà. Dietro l’apparente banalità di una frase artefatta c’è tutta l’impalcatura che regge la vicenda umana, a tratti sublime a tratti implacabile, che avvolge (e travolge) la bellissima Thais e i personaggi che le ruotano attorno. Bellezza e fascino possono essere armi a doppio taglio per una fanciulla che conosce l’amore più profondo e struggente finché non diventa bramosia di possesso cinico e perverso. Amore e odio si rivelano facce della stessa medaglia, il prezzo da pagare in entrambi i casi può essere alto e il filo già sottile che unisce la vita alla morte rischia di spezzarsi. E la morte farà la sua apparizione prima che cali il sipario, improvvisa, spietata. È un perverso ingranaggio nel quale Thais rischia di rimanere stritolata in uno scenario che non risparmia colpi di scena, ma nel succedersi degli eventi c’è un tempo per tutto: per amare e per odiare, per perdonare i torti subiti e farsi perdonare quelli causati. Lara Swan sa toccare le corde dei suoi personaggi, positivi e negativi, come se li avesse conosciuti da vicino uno ad uno, entrando nella loro personalità, mettendone a nudo vizi e virtù. È una saga dei sentimenti che spazia tra la favola e la tragedia dove nobiltà e bassezze si sfidano senza esclusione di colpi ma dove pure trapela anche in fondo alle anime più infide un barlume di umanità che fa riflettere prima di emettere sentenze sommarie. E per chi è stato vittima di soprusi e inganni la sofferenza diventa maestra di vita, capace di restituire il sorriso dopo i giorni della disperazione, dopo avere perso la fiducia nel futuro, addirittura dopo avere rinnegato Dio. È il destino di chi deve toccare il fondo per trovare il riscatto, la forza di risorgere. La vita rende giustizia ai giusti, si tratta di aspettare. Come l’onda che prende e che dà.

Recensione apparsa su “Literary” a cura di Fulvio Turtulici L’inizio della vicenda narrata da Lara Swan, sammarinese, al suo secondo romanzo, la freccia di Cupido che scocca per Thais e il suo bel Capitano e così accende l’esplosione sensuale e romantica che, come un grande incendio, infiamma e travolge l’intero cast del romanzo, per strani accostamenti della mente, mi riporta alla Hollywood degli anni ’50, ‘60: Audrey Hepburn e Gregory Peck, bellissimi come solo le immagini di celluloide lo sono. In fondo, cosa c’è di male nel sogno rosa di una fanciulla, un po’ frivolo forse e leggero ed etereo come veli d’organza? Ebbene, non è così. Questo romanzo è semmai un fuoco continuo di colpi di scena e l’autrice è abile nel crearli e concatenarli insieme. Quella che inizia non è una storia di sguardi languidi e tenere carezze, o almeno non solo. Thais, in verità, è una sorta di ciclone Kattrina che appena appare nessun sentimento, d’uomo o donna, rimane nel proprio solco. Tutti gli uomini che si imbattono in lei, tranne uno, pozzo di virtù virili che le fa da padre, tutti, nel tempo di un battito di ciglia, ne sono sconvolti e rintontiti da un pensiero unico: possederla. Alle altre donne, esclusa ancora una, ricetto di virtù muliebri e zia che sostituisce la madre perduta da eros, a tutte non rimane che invidiarla; e se, per ragioni di tenzon d’amore, sue rivali malvage, che odiarla. La madre, perfino lei, è combattuta tra la rivalsa e il dovere materno: infatti pure il patrigno perfido è tuttavia perdutamente invaghito della fanciulla. Cos’è, dunque, questo romanzo? Una drammatica storia romantica, che si dipana in ambienti, come prassi del genere, di aristocratici ed alti borghesi ma con crudeltà da bassifondi; ovvero la sensualità vi prorompe irrefrenabile con una virulenza erotica di altro genere? E’ forse Eros il protagonista che erra tra le pagine di tale narrazione? Invero la fanciulla Thais vi s’aggira alla ricerca del suo bel aviatore, allontanato da lei dalle tresche malavitose del patrigno, ma non fa che adescare, suo malgrado, i sensi maschili, sia delle nature elevate che delle torve. Ed è a causa della sua avvenenza pericolosa per le debolezze umane che la vicenda è costellata di trame, delitti e incidenti mortali, con un numero di cadaveri da medio noir. Ho già detto dell’abilità dell’autrice. In verità, lettori, poiché sovente vi ho sentito bofonchiare sulle pagine di alcuni altri lavori “in questo romanzo non succede mai niente”, allora mi affretto a dirvi che, certamente, non è questo che ho tra le mani, e voi avrete fra le mani, uno di quelli. Qui tutto muta continuamente e la Swan è brava a indurre il lettore a formulare un’ipotesi che crede certa e nella pagina successiva a smontargliela. E’ capitato a me. La fanciulla, in rapida successione, evita per un nonnulla di assaggiare la frusta del sadico patrigno ma ne ode spaventevole il sibilo, , subisce avances aggressive da tanti borghesi che a causa sua smarriscono il contegno della rispettabilità e scoprono i vizi nascosti nelle pieghe della natura umana. Io mi sono ritrovato a pensare, fugaci apparizioni, al Marchese e a Justine, la virtù perennemente assalita dal vizio degli uomini. Una così sarebbe santificata dalle signorine avide lettrici di Liala, mandata al rogo dai fondamentalisti del sesso primo peccato mortale e della femmina schiava del diavolo. E allora la Swan che fa? Ti manda all’aria tali riflessioni e, in un lungo capitolo, Thais da vittima, tutto di botto, si trasforma in Messalina e seduce addirittura un prete. E pensate voi come i fondamentalisti si fregherebbero le mani pregustando l’arrosto. Sì, anche se il racconto finisce come deve un romanzo rosa, con un intero campo di fiori d’arancio, la parte centrale della storia, la più convincente mi sembra sia quella in cui le nature sensuali dei tanti personaggi si scontrano per l’appagamento dei desideri, la sublimazione dei sensi nel sogno d’amore, il riscatto da una vita frivola nella sofferenza del non potere realizzare le attese delle proprie pulsioni e aspirazioni. Mi permetto di darvi un consiglio, lettori. Conoscetela la Swan, dico ovviamente attraverso le sue pagine. Qualcuno, certo troverà da criticare, ma qualcun altro troverà la lettura di questo romanzo scorrevole e intrigante. E allora buona lettura, un racconto è sempre un buon antidoto contro la noia e…non fa male talora lasciarsi al disordine della sensualità e alla leggerezza romantica.