Tandem

Il parlottare, il brusìo che fa chic, il vociare ovattato e… noioso, lo sfavillìo! L’ irriverente scintillìo e gli sguardi diretti e gli altri sguardi indiretti. Le schiene profonde, promettenti scivoloni da leccornìe sessualascive, trapezi da circo di periferia…e quel total black? Incasual-chic; macedonie da introversi linguacciuti sciovinisti di linguaggi para-nobil-eteroschic con variante glamourdecadente e falsallure, allurefalsoborghese, allurefalsintellettuale, allure.mo.no.cro.ma.ti.co. Rossetto invisibile, rossetto rosso lacca, labbra rifatte, labbra pluririfatte, seni gonfi, seni gonfissimi, fianchi asciugati, aspirati, risucchiati, labbra esplose. Senigonfinondilatte. Musica con dj improbabile e note d’importazione, djdjdj da cucina minimalissima, djdjdj d’assenza di odori, djdjdjsenzasapori al limite di papilla, apapillari, apalatali, agustativi e gin gin ginarrossato per drink shakeratissimi a suon di djdjdj nottambuli danzanti! Una giovane coppia ha partorito l’idea del secolo! Secolo nichilista! Secolo disattento! Ha pensato di eternare l’amore che li ha colpiti, che è venuto giù come una mannaia a tagliare modus vivendi stereotipizzati, a tracciare nuove forme di giornata e nuove forme di ore; un amore fresco si è posato sulla pelle e come uno scrub ha scrostato, quasi scuoiato, antiche epidermidi lasciando alla luce pelle fresca, graffitabile; un passionalissimo amore con palme di mani morbide come neonati, un amore aggrappato a muscoli benartificialtorniti, palestrati senza estro poiché ben eteroprogrammati, programmati da pa-lestro per lui, da bisturi ed estro-gèni per lei, uomini da batteria come polli dis-ossati. Pensieri ben secolarizzati, secolarismo umano con scalpelli di diamante, incidono…..e se incidono! Nulla di divino! Solo esclamazioni! Esclamazioni a bocche strette, irregolari, mosse con sapiente insipienza. Un amore generosamente venuto giù. Han pensato di non esporlo al logorìo della contemporaneità, al finchè dura, ad una percentuale istat.izzata, dieci anni più o meno, meno o più! Scalpello acutissimo quel più. Loro due han pensato di dover essere controcorrente, originali, debbono creare una griffe, insomma creare un logo, creare un cult, un modus inusitatomaiusato: amarsi per sempre. Che ghigliottina quel per sempre, eppure che fascino da sanculotti! Han fatto soffiare il vetro nella più antica vetreria di Murano, mille nuances fuse per ottenere un colore assolutamente unico, introvabile in natura, forse nei più raffinati dipinti d’epoca allorchè il pittore artista elaborava le terre e i collanti sino ad ottenere il colore sognato, quello più giusto, che griffava la sua tela e consegnava alla storia l’enigma chimico-artistico. L’una vagamente tendente al rosa, l’altra al celeste. Le stesse nuance colorano la lacca delle due fedi-bulgare…griffe Bulgari; un intreccio di oro con diamanti affogati nell’amalgama, appena affioranti; occhiolini di stelle luminosissime come d’un cielo lontano, d’una galassia che si perde nell’infinitezza della materia. Adagiate su un cuscino di cristallo ricolmo d’acqua azzurrata posto su un trespolo d’ebano scolpito minutamente di minuscoli colibrì. Piccole ricamate ali si espandono nell’aria, poi beccucci, capini e altre alucce e

2-beccucci. Un’opera d’arte di raffinatissima fattura. Le due ampolline sono anch’esse di foggia elegante, vetro sottilissimo a base ellissoidale, un collo che dapprincipio si restringe poi si allarga per accogliere le labbra nell’incontro con: …….il veleno. Il bacio velenosissimo, il più velenoso che si fosse mai potuto pensare. Un loro amico è andato a caccia di ragni Phoneutria ed Atrax, un mix shakerato con quel meraviglioso vino dolce di Pantelleria e Cicuta rosa raccolta in Sicilia con Chiodi di garofano marocchino. Un brindisi rapidissimo, un microsecondo per sempre! Paradosso da ciclope! Epoca paradoss.ale senz’ali, neurotossici dall’effetto istantaneo….si. Si, senza noia, ti prego, per sempre ma senza rughe, ti prego senza cellulite, ti prego senza pancetta, ti prego senza occhio spento, ti prego senza litigi, ti prego senza…….ma insomma, con che? Un per sempre con una potenza oltrelennesima, quell’oltrelavita li ha messi in un accordo assoluto, raro, di coppia senza personalità personale, assolutamente, del tutto, indiscutibilmente d’accordo nel desiderare di battere il record della durata contemporanea e  anche passata e persino futura. Si, ma con che?

Con che, con che, con che?

La città li conosce, li ammira, li invidia; due sempre insieme, appiccicati, uniti da un amore indis.solubile, li si vede a nord e a sud della città, nella loro bellissima autovettura rosso fiamma, al cinema, al mercatino della domenica, persino al luna park dei bambini, rincorrersi felici, gioiosi e giocosi e li si vede in bicicletta, un tandem argento con i sellini in pelle e le ruote a raggerascintillante, uno spettacolo! Che spettacolo di vita! Se lo son fatto realizzare su misura da un famoso artigiano delle due ruote. Volto al vento sfrecciano alla domenica mattina sotto gli occhi dei pigri passanti. In tuta viola lei con scarpette ginniche argento, in tuta nera lui con scarpe da atleta rigorosamente nere con lacci bianchi.

Un tandem per la felicità. Il tandem della felicità. Presto saranno imitati in questo mondo pieno di gente che non sa crearsi una felicità a misura propria, piena di altra gente che ruba stentata.mente misera.mente vil.mente di.so.no.re.vol.mente le idee altrui. Replicanti! Stupida.mente replicanti.

L’ultimo mese è passato in febbricitante attività. Entrambi si son visti rincorrersi per la città e rincorrere il tempo. Hanno comprato di tutto e tutti i commercianti e gli avventori che han visto colmare le mille sacche d’ ogni sorta di complementi d’arredo, fiori, tovaglie, bicchieri, sottopiatti nero brillante, tovaglioli nero satin, piatti neri madreperlacei, forchette, cucchiai, cucchiaini, coltelli

e coltellini nero glacè… prima o poi han detto, pensato: staranno per sposarsi! Però che gusto! Oh Dio, manco poi chissà che originale…sapessi quanti hanno la biancheria nera al proprio letto, quanti dormono in quel nerodiseppiasenzaprimavera! E così tutti si guardano e sembrano dirsi proprio: stanno per sposarsi, ma sì stanno sicuramente per sposarsi, e, e magari lo fanno in casa, come usava una volta….loro poi? Hanno una villa con parco e piscina, un salone di centoventimetriquadrati con

3-terrazza di quattrocentovistagiardino…che è: meraviglia! Tutta la città sta empaticamente vivendo i preparativi del “matrimonio”, almeno! E sennò di cos’altro? Non sono ancora sposati, non hanno bambini da prima comunione e poi quei dettagli neri? Non fanno cinema, non sono artisti, lui è un imprenditore del legno che ha ereditato un’azienda solida e lei è la proprietaria di due capannoni industriali dai quali percepisce qualcosa come ventimila euro di fitto al mese, bella rendita!

Ecco, il parlottare, il brusìo che fa chic, il vociare ovattato elegante e… noioso, lo sfavillìo, lo scintillìo irriverente… tanta gente in festa, ecco, la festa! I due della coppia sono chicchissimi, eleganti oltre il pensabile, han fatto le prove, la sartoria ha cucito per loro due abiti regali, comprensibile a sapere per cosa se li son fatti realizzare! Abiti superlusso per il matrimonio con: la morte. Ecco, l’ho detto. Con la morte. Ma guarda quanto sono felici, guardali là! E guarda quanti invitati, e quanti han fatto le famose carte false per esserci! Esserci! Esserci? Presenziare! Tutto è pronto. I piatti di portata cominciano ad ornare le tavole, c’è già chi si accosta con fare discreto e misurato, ci si muove lenti, pacati, una danza che non conosco, seicento invitati che danzano una strana danza… La noia è la vera padrona di casa, l’annoiato esserci il padrone di casa.

Lieve melliflua curiosità….:”beh debbo dire che ho visto di meglio” è la frase più sussurrata. Il guardarsi sottecchi è lo sguardo più inflazionato, quand’ecco, tutto d’un tratto quella strana danza stramba subisce lo stop, il brusìo chic è rotto da un urlo, se vogliamo anche contenuto, controllato, l’ improbabile armonia infranta dall’urlo e, e, e, e dall’acqua che va giù, va giù per terra e…mio Dio! Mi si son rotte le acque! Dio mio sto per partorire! Aiuto, Aiuto!

Aiutatemi, vi prego aiutatemi!

Presto aiutatela, signore aiutatela, signori vi prego, vi prego…c’è un dottore in sala? C’è un dottore in sala? C’è un dottore in sala? Un dottore in sala! Vi supplico, un dottore, un ginecologo.

C’è il dottore in sala. C’è eccome, avrebbe dovuto celebrare il matrimonio funebre!

Un signore alto, un uomo molto alto, un metro e novanta o giù di lì, elegantissimo, anch’egli in quel formal.totalblack con camicia bianchissima, papillon neroraso, capelli liscissimi nerocinese, impeccabile taglio dei capelli, dell’abito, dello sguardo, di quell’appena percettibile sorriso sulle labbra affilate…sfodera una busta in pelle nera con fare da nobil’uomo e i ferri del mestiere fioriscono argentei, luminosissimi. Eccomi, state calmi, state calmi, state calme signore, calme! Calmi, state calmi, state calmi, tutto va bene. Adesso aiutiamo la signora. Vero signora? E’ calma? Non avrà mica paura! Eccomi! Lei è fortunata, guardi, son qui e ho  anche i ferri.

In un battibaleno la sala viene armata, ovvero disarmata e riconvertita in sala da parto. Proprio là, proprio nel salone dove troneggiano spasmodiche nevrotiche annichilite corbeille di fiori scuri, rose nere, rarissime e biancospini, una tovaglia bianca ricamata di nero viene più volte ripiegata sul

4-nobile tavolo chippendale, dono del nonno capostipite della gran segheria…i camerieri prendono a fare una strana danza, anch’essi, una stramba danza stramba d’andirivieni.

Ritmo! Il ritmo adesso c’è; le signore mettono grembiulini bianchi da cucina sugli abiti di seta frusciante. Le chiome vanno su in chignon più o meno composti, forse meglio scomposti, più veri, più reali. La signora che presto diverrà madre è aiutata a salire sul tavolo, si tiene la pancia con eleganza, la voce che vorrebbe esplodere viene regimentata, le lacrime scendono salate, le beve….non c’è acqua in quella cas, solo cascate di champagne, champagne in fiumi mentre l’acqua uterina continua a scendere, continua a piovere, e viene giù, lungo le gambe, giù sulla tovaglia, giù sul pavimento e forma un rigagnolo benedetto che va verso il terrazzo, va alla luce della luna….poi l’urlo, l’urlo forte, incontenibile, dà inizio alla danza della vita. Destabilizzazione generale. Ci si era vestiti da sera per una, anzi, due morti, e adesso sta per sorgere il primo giorno d’ una nuova vita, ci si guarda stupiti ed interrogativi, qualcuno si chiede anche se non si tratti d’un bluff! Questo cambio di programma sta raccogliendo consensi, slurp, paiono dire alcuni sempre ansiosi di novità; la signora con la collana di mille diamanti sembra davvero godere della cosa….mah…dice, non me lo sarei mai aspettato, ho sempre progettato, programmato, organizzato, ottimizzato tutto nella mia vita, ogni minimo dettaglio e se avessi mai immaginato che mi sarei potuta trovare dinanzi ad una sorpresa, beh mi sarei portata almeno un altro abito, un’altra collana, il diamante del principe di Svezia della notte al fulmibosone! E adesso? Adesso mi tocca almeno togliere queste inopportune calze nere, lascio le gambe nature…ma, ma come si chiamerà questo nascituro? Signora sa già se è una femmina o un maschio? La puerpera respira velocemente, molto velocemente….mio dio, signora, le dice il dottore, faccia piano, finirà in iperventilazione, piano, con ritmo, con ritmo! La donna rallenta e si guarda attorno un po’ sbigottita un po’ meravigliata, non riesce ancora a sorridere, un evento straordinario sta per inondarle la vita di vita e lei è, no, no, non lo sa come sta, non le passa assolutamente nulla per la testa. Non ha mai vissuto nulla di simile e poi in quello strano posto, con tutta quella gente che la guarda come se avesse visto un ippopotamo riuscire a raggiungere la Luna con due ancora meno improbabili ali! E poi, un parto così cinematografico! Con così tanti ospiti alla prima! Ecco, allora un pensiero si concretizza, chiede una cinepresa, tutti si guardano l’un l’altro interrogativi, non hanno una cinepresa e allora, miracolo, proprio il padrone di casa si offre di riprendere doglie ed espulsione. E beh, certo loro la vedono esattamente così, una espulsione, altri tempi, cosa volete ne sappiano d’ una NASCITA! Si dispone alla destra della giovane donna e comincia a vegliarne il respiro e la danza della pancia. La musica del respiro della puerpera primipara colma la stanza, il pentagramma sul quale si scriveva il bisbiglìo sempre più  rarefatto. La pancia è un mare in tempesta e la vulva della signora evolve in rosa centofoglie, e

 

5-lievita, lievita e il marito le carezza la fronte con un fazzoletto bagnato e le sussurra dolcissime parole, tenerezze che fanno rabbrividire le schiene in abito da sera.

Gettata su una sedia, come un manichino a cui siano state estirpate le articolazioni alle giunture dei vari pezzi che lo compongono, c’è la lei del tandem che aveva progettato l’eternità dell’amore con il suo lui. Appae davvero proprio come a chi si son rotte tutte le giunture, disarticolata, del tutto disarticolata, inebetita, con un grosso quesito al posto delle labbra. Era lei la protagonista ed è stata spodestata, regina senza regno, inabile ad ogni pensiero, le gambe giunte alle ginocchia e rilasciate e divaricate con i piedi dinoccolati come avesse perso le caviglie. Guarda tutti i suoi invitati darsi un da fare da api operose, tutt’altro che nichilisti, divenuti tutti sorveglianti ligi, attenti, affettuosi, accudienti di quella pancia che sembra debba partorire l’Universo e, e un maschio nasce di lì a poco, la vulva divenuta rosa germogliò il virgulto, tre chili di vita maschile con tonsille da Cavaradossi, un bel culetto sferico, un pisellino erto, da oscar, e due manine da pianista, ma va, di già? Da baci. Poi che ne sai, magari sarà scultore o chirurgo! E mentre tutti i cellulari fotografano il piccolo miracolo, la pancia della donna continua le sue rivoluzioni sussultorie, un’altra? Un’altra testolina si affaccia alla vita e alla platea che come un vulcano in eruzione esonda in una esclamazione che arriva dall’altra parte dell’emisfero, ooohhhhhhhh!!!

Il maschio del tandem sembra in delirio, la femmina, più snodata che mai, è scivolata sul pavimento come inanimata, adesso anche braccia e mani sembrano svitate dal tronco e poi, e poi…santo cielo! La seconda espulsione!? Un miracolo ancora più grande, una bambina con due occhioni blu e capelli rossi riccioluti. Sguscia alla vita come una dea, già protagonista, s’è presa la briga di andare a scomodare i cromosomi della trisavola di cui ancora si favoleggiava in famiglia, della sua tavolozza naturale di colori che si portava inscritta su tutto il corpo…..e comincia a strillare, e a strillare, un canto solenne e fiero che supera l’ooohhh della platea, due chili e cinquecento grammi di vita femminile, un concentrato d’ energia per quattro milioni di giga di foto da cellulari e moovie.

Quella ressa plebea, agghindata d’ inverosimile signorilità, nobiltà ostentata e puerile, ricchezza spalmata su corpi più volte violentati da mani e bisturi dell’arte contemporanea minimal-umana; quella ressa festaiola che non ha mai vissuto la FESTA, la Festa fatta di simboli e gesti autenticamente gioiosi; nell’aia della festosa fresca giocosa gioia con giocattoli colorati, carillons, palle madreperlacee, racchette e bambolotte, pratidipratolineocchieggianti e campanulerosache sembranovolerscandireiltempod’una primaveradal cieloazzurroconlenuvoleperfettenellaformaenel loro candoresplendente e le fragoleeleciliegie e i campidigranoprimaverdeggiante e poi d’oro ondeggiantealventocaldodigiungo e gli arcobaleni a far ponti di colori tra monti e valli e le luminariedellefestedipaese e gli abiti della festa cuciti dalle sartine per le giovani fanciulle da marito e le girandole attaccate alle inferriate delle logge a giocar col vento e le bandiere delle fedi nella

6-Patria e gli abbraccidellenonne e i regalidellabefana e quella ingenuità, quella ingenuità beata che fa tornare la Primaverainsiemealleluccioleamaggio e alle nuove pratoline, quella ingenuità che fa comporrecanzoniepoesie, quella, quella ingenuitàchetifacrederenellaVita,nell’amore,nell’amicizia, nelcantodelgalloal mattino e della civettasulfardellaserainsieme al raggio della luna che legheràgli innamorati e al raggio del sole che aprirà la finestra alla nuova giornata, quella ingenuità! Quella sapiente ingenuità, altro che analfabetismo affettivo!  Quella ingenuità fresca saggia. Quella ingenuità!