Binari e sgambetti

 

Se c’è una cosa che mi affascina da sempre, quella è una stazione ferroviaria. Oggi poi, non sono certo quelle degli anni settanta, sporche e desuete. Oggi, sono talmente tecnologiche, che le banchine dei Frecciarossa alta velocità hanno addirittura gli schermi indicanti il punto in cui si fermerà la tua carrozza… Incredibile, come il fatto che per la prima volta nella mia vita ho visto arrivare un convoglio ferroviario in perfetto orario, tanto da chiedermi se alla guida vi fosse un maturo macchinista elvetico. Mi seggo, e tranquillamente apro l’ennesimo tomo cartaceo che mi riempie la vita come ormai quasi nessuno riesce a fare.

Dieci minuti et voilà…appare una splendida obliteratrice umana, ovvero una bigliettara dalla criniera fulva che mi impressiona per la sua gentilezza. Ai tempi in cui ero giovane io, i dipendenti delle ferrovie ti guardavano con aria sorniona, sicuri di incastrarti perché senza il tagliando di viaggio, mentre adesso, uno scanner multimediale li informa se è vero che puoi stare sul treno, oppure devi essere fatto scendere alla prima fermata.

Ma facciamoci qualche binario indietro. Salgo sulla metropolitana, tranquillo come lo potrebbe essere un cinquantenne sopravvissuto a diverse incertezze, sapendo che la stessa mi avrebbe consegnato in poco alla navata centrale di Termini. Ahò… non c’è un Italiano, o almeno, dagli slang che mi sembra di percepire chi la fa da padrone sono Rumeni, Cinesi, Filippini e Cingalesi. Di un romano nemmeno l’ombra.

Esco dal vagone, e un trambusto alla mia destra mi cattura l’attenzione.

- FERMATELO – urla una vecchietta, mentre le due agenti di pubblica sicurezza la sorpassano visibilmente affannate.

Il giovane dall’aria zingaresca, volteggia tra la folla con una velocità stupefacente. Nessuno riesce a fermarlo, tantomeno un signore che viene spintonato e cade a terra gridando. Qualche metro e il ladruncolo accresce la distanza tra se e le forze dell’ordine, sicuro ormai di averla fatta franca.

Un lampo mi accende la fantasia subito scalzata da una voglia di far rispettare la legge. Mi sento sceriffo…e allora che sceriffo sia! Ma sceriffo boia.

Come il ragazzo mi sfila davanti, mi giro nel suo senso di marcia e…

SLACCHETE…

Gli mollo una scianghetta, che gli alza il piede destro più di quello che la paura di essere arrestato avrebbe potuto fare.

Incespica, saltella per riprendere l’equilibrio, fa altri tre passi completamente sbilanciato in avanti e, lasciando cadere la borsa…

SBAMMMMM…

Rovina a terra andando a sbattere con la fronte su una pattumiera cartacea.

Un coro di giubilo si leva dalla folla, mentre le poliziotte arrivano per bloccarlo.

- Grazie -mi dice a bassa voce una delle due, squassata dal fiatone che quasi la costringe a sedersi.

- Di nulla… – le rispondo.

- La prossima volta si metta le scarpe da ginnastica…