Maledetti poeti

Maledetti poeti 1

I profughi, Pier Paolo Pasolini e Primo Levi in uno spettacolo teatrale

Pierpaolo-PasoliniDa venerdì 9 a domenica 11 ottobre 2015. Replica il 3 gennaio 2016
Teatro S. Luigi Guanella, Roma

Mentre la Camera approva la nuova legge sulla cittadinanza, va in scena a Roma uno spettacolo teatrale che lega la poesia di Primo Levi, Pier Paolo Pasolini e Dino Campana alle vicende attuali di tanti profughi in fuga dalla guerra. “Maledetti poeti”, frutto della penna di Luca Giordano e della regia di Pio Ciuffarella, ha inizio su una spiaggia, dove un giovane laureato disilluso si guadagna da vivere facendo il guardiano. Una notte vive un’esperienza che lo cambia per sempre. Dopo aver sognato dei personaggi misteriosi incontra un vecchio che viene a leggere libri sulla spiaggia. Ha con se tre libri di poesie di tre grandi autori, Pasolini, Levi e Campana. Il giovane e l’anziano iniziano a leggere brani dei libri e gli spiriti degli autori si materializzano, raccontando le loro storie di intellettuali, di artisti, di uomini, che subirono in vita l’esclusione, la solitudine, la violenza.

Si scopre che i personaggi misteriosi dell’inizio sono gli spiriti di alcuni migranti dispersi in mare. Uomini, donne e bambini morti nei cosiddetti “viaggi della speranza” con in cuore la speranza di una nuova vita: accomunati ai poeti per il loro desiderio di felicità, hanno tentato di liberarsi dai vincoli che li legavano a una realtà pesante ed ingiusta. Luca Giordano, già autore di profondi testi poetici, li indica come “eroi a cui tutti noi possiamo guardare, nella ricerca della nostra felicità, lontano dalla violenza, dall’ingiustizia e dall’egoismo, con la libertà che tanto spesso rifiutiamo in cambio di una sicurezza della quale non sappiamo che fare.”

Il cast è ricco, con attori di lunga esperienza come Fabrizio Rendina e Massimo Chiacchiararelli, insieme ad altri più giovani. Le musiche originali sono composte dal giovane maestro Valerio Angelucci, mentre la regia si avvale anche di inserimenti cinematografici. Lo spettacolo invita a credere che la realtà del nostro tempo si possa cambiare, con la bellezza e la creatività. Suscitando negli spettatori una domanda: la poca umanità che talvolta caratterizza il nostro tempo – e il continente europeo in modo particolare – è dovuto al poco spazio che la poesia, l’arte e la cultura in senso ampio hanno nelle nostre società? Per certo gli scritti di Pasolini, Campana e Levi indicano la libertà degli individui e la fratellanza tra i popoli come valori universali e irrinunciabili.

Filippo Sbrana