Si torneranno – A Ermanno Olmi

Si spegne ancora il cielo sopra i prati
dell’Altopiano, quando si fa voce
l’eco di un ramo che secco si spezza
nel bosco trasudante primavera.

E allora il vento odora di vermiglio,
trema di angoscia, di febbre e di gelo,
e spande fango su barbe ventenni
folte di vita e avide di sogni.

Sogni di un figlio da stringere al petto,
di un seno morbido da accarezzare
in sguardi colmi d’idee di futuro,
dove non era prevista la morte.

Nell’avanzare dei giorni d’autunno
li vedi ancora quei grandi occhi chiari
scrutar la notte temendo il silenzio
tra i fitti abeti e il larice dorato.

Gambe tremanti su impervi terreni,
trincee allagate di lacrime e pioggia,
fosse sepolte da metri di manto,
dossi di Asiago coperti di pianto.

Di labbra schiuse sull’ultimo nome
la verde conca conserva i segreti
e in grembo culla, nell’unico abbraccio,
triste il lamento che chiude la vita.

La lirica scritta per il Centenario della Grande Guerra nasce come riflessione personale in seguito alla visione del film “ Torneranno i prati”, capolavoro di bellezza e sensibilità che il regista Ermanno Olmi ha donato alla mia terra di origine (L’Altopiano di Asiago) dove tante giovani vite sono state sacrificate durante la Grande Guerra.