I nove pianeti

 

Mercurio

Col telescopio scruto il firmamento.
Cerco un pianeta, è simile alla luna.
Mercurio splende, ma si vede a stento.
Lo troverò, ritento la fortuna.

Un giorno, un altro che s’è appena spento.
Le stelle in cielo, non ne invoco alcuna.
Niente preghiere, frasi vuote al vento.
Gli astrologi… ne dicono più d’una…

Quante fandonie, illudono la gente.
Corpi celesti? Noti o sconosciuti
chi mai potrebbe leggervi il destino?

Mercurio prende nome dal Divino,
da Lui che primeggiava tra gli astuti,
temuto e venerato anticamente.

 

Venere

S’è spento nella sera il sole rosso.
Sto passeggiando triste per la via.
Ho il cuore sanguinante, sono scosso.
Mi torna in mente lei… Che nostalgia!

“Dimenticala!” Dite… ma non posso.
La fate troppo semplice, suvvia.
Quel bel sorriso non l’ho mai rimosso.
Se ci ripenso, sfioro la pazzia.

Il sole è tramontato, chiara e bella
c’è Venere, è distinta, luminosa
ben più di Sirio, di qualunque stella!

È Simbolo d’amore e la sua luce
mi scalda il cuore più d’ogni altra cosa.
In esso ogni ferita si ricuce.

 

Terra

Le comete, viaggiando senza meta
durante il loro celestiale volo,
hanno portato l’acqua di cui il molo
si bagna in ogni costa del pianeta.

Fu l’impatto, cometa per cometa…
e s’inondò, quaggiù, tra polo e polo,
col tempo, sulla Terra, un vasto suolo,
finché dal mare non emerse Creta,

isola e culla d’una grande Storia,
sin dai minoici al mondo leggendario
che fu la Grecia, Simbolo di gloria.

Ne narro le leggende coi sonetti,
si radica in un tempo millenario
l’Olimpo degli Dei viziosi, abbietti.

 

Marte

In nome della scienza e del progresso
chissà… ne varcheremo la frontiera?
Marte, il pianeta rosso… è già la sera…
ed eccone la luce di riflesso.

Semmai la spedizione avrà successo,
verrà fissata al suolo una bandiera,
là dove è rarefatta l’atmosfera,
comunque è fantascienza per adesso.

Il nome Marte, un tempo, fu del Dio
guerriero impareggiabile, l’esperto
e indiscusso Signore della Guerra.

Marte il pianeta? E cosa ne so io?!
C’è poco o niente, l’arido deserto,
e resto con i piedi saldi a terra.

 

Giove

Rimango a casa mentre fuori piove
e pagina per pagina divoro
dei vecchi testi immaginando Giove
che un giorno diventò una pioggia d’oro.

Certe leggende non mi sono nuove.
Rispolvero i miei libri, ho in mente loro…
gli antichi Dei d’Olimpo, il monte dove
nei vizi meritavano deploro.

Oggi un pianeta circostante al sole
si chiama come il Dio potente e anziano
e si distingue per la grande mole.

Giove nel firmamento luminoso
percorre la sua orbita lontano.
Vorrei scrutarlo… ne sarei curioso.

 

Saturno

Regnò Saturno nell’età dell’oro.
Mortali e Dei fra loro in parità.
Nessuno era privato del decoro.
Non vi era l’astio, la rivalità.

Nel mondo d’oggi, specie del lavoro,
troppe ingiustizie, vige Iniquità.
Comprendo questo, anch’io me ne addoloro,
è triste ma pur sempre la realtà.

Comanda il Dio denaro, la moneta
in questa società. Non vi è coscienza
pulita, trasparente fino in fondo?

Dal mito il nome odierno d’un pianeta
dai cerchi attorno alla circonferenza,
simili a lame nel cosmo profondo!

 

Urano

A Urano non sfiorò il presentimento
che il figlio Crono, armato di una lama,
gli avrebbe tolto il “membro” e pur la brama
di avere ancora figli a piacimento.

Davvero un gesto insolito e cruento.
È leggendaria, celebre la trama
che perfino in quest’epoca richiama
all’immaginazione quell’evento.

Oggi a un pianeta, come già saprete,
è dato il nome del potente Urano,
è notte un’altra volta e scruto il Cielo.

Nell’universo solo il vuoto e il gelo?
Verso l’ignoto migrano lontano
come gabbiani in viaggio le comete…

 

Nettuno

Penultimo il pianeta color mare
chiamato infatti come il Dio Nettuno.
Il Divino mai volle perdonare
colui che seppe fingersi “Nessuno”.

Era Ulisse e dovette naufragare.
I suoi compagni d’arme ad uno ad uno
finirono spacciati a sprofondare
nell’acque… fu la morte per ciascuno.

Il culto greco, poi quello romano.
Mi soffermo sull’epoca del mito
e sui pianeti in orbita lontano.

Nettuno, per i greci Poseidone.
C’è un mare assai più vasto: l’Infinito!
Sconfina in Esso l’immaginazione.

 

Plutone

Un luogo buio e gelido Plutone.
Dal nome greco “Ade”, l’immortale,
il Dio del regno macabro, spettrale,
del non ritorno, della dannazione.

Lo immagino una bolgia, una prigione,
più atroce per i complici del Male,
gente meschina, cinica, immorale
caduta in basso nella perdizione.

Così finisce il ciclo dei pianeti
che girano in ellisse attorno al sole,
lo Spazio custodisce i suoi segreti.

Un breve sunto, in semplici parole:
non c’è Divinità ad imporre veti,
ma l’uomo inventi e creda quel che vuole.